A Londra lo svizzero ha dominato l’eterno rivale concedendogli soltanto tre game: Fed-Express ha confermato così la propria superiorità sul veloce indoor ma ha approfittato anche di un Nadal decisamente sotto tono
Sembra paradossale, ma commentare un 6-3 6-0 rapido-rapido come quello di ieri è più difficile che raccontare il finale di un match maratona. Questo perché le eccezioni non possono costituire la regola, e nei duelli infiniti tra i due ex padroni del tennis di eccezioni simili (un punteggio così severo, intendiamo) ce ne sono state poche: si ricorda, ad esempio, un 6-0 al terzo rifilato da Federer a Nadal sulla terra di Amburgo nel 2007, ma il ko più eclatante è quello subito proprio dal campione di Baslea nella finale del Roland Garros dell’anno successivo.
Se è vero Rafa ha sempre mostrato di essere superiore a Roger sul rosso, ha sempre incontrato delle difficoltà quando la contesa si è spostata sui campi rapidi, soprattutto quelli indoor. Ma la sconfitta rimediata nel round robin delle Finals londinesi non trova spiegazione soltanto nelle statistiche, quanto nella condizione psicofisica dei due giocatori, che al momento è agli antipodi. E quando un Federer in versione ‘deluxe’ si scontra con un Nadal sfiduciato e fuori forma, il risultato non può essere che quello.
Pensare che Federer avrebbe vinto anche sulla terra battuta non è un azzardo se consideriamo che la differenza di valori in campo è stata così netta. Il match capolavoro di Federer avrà portato all’esaltazione i fan dello svizzero ma la speranza è che Nadal possa presto tornare ai livelli di un tempo perché senza equilibrio questa sfida perde gran parte del suo fascino.
Al di là dei guai fisici e della forma assai precaria, sembra quasi che il mancino di Manacor si stia ancora leccando le ferite di una stagione con troppi pugni in faccia, che sono almeno sei, tante quante le sconfitte subite con Nole Djokovic.
Anche Federer, che non ha perso le stimmate del campione, si augura che Nadal possa rialzare presto la testa, per tornare a misurarsi con l’avversario di sempre. Ed è quello che tutti noi vogliamo.