MONTREAL 1997: THE SCREWJOB (4 parte)

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PIEMME
view post Posted on 18/1/2007, 13:48




9 Novembre 1997

Il Preludio

Immaginate di stare per far svolgere il più atteso match all’interno del pro wrestling da anni e di non avere ancora un’idea di come dovrà terminare lo show. McMahon e Hart si incontrarono di pomeriggio e McMahon disse qualcosa del tipo: “Ciò che tu vuoi che io faccia, io lo farò”. Hart disse che lui voleva solo lasciare il ring a testa alta. Hart disse a McMahon : “Lascia che io ti riconsegni la cintura a Raw la notte successiva in Canada. Tutti sanno che io sto per lasciare la Wwf, ma lascia che io spieghi loro la verità a Raw questo lunedì.” A questo punto, la “verità” non avrebbe incluso di parlare su questioni finanziarie, rotture contrattuali, argomenti su come terminare lo show, o qualsiasi altra cosa avesse dato una cattiva pubblicità a McMahon davanti a tutto il pubblico. McMahon disse che era d’accordo, che era la cosa giusta da fare, ed i due si strinsero la mano. Hart e Michaels si sistemarono nello stesso spogliatoio per preparare insieme il match. Entrambi si comportarono in modo molto professionale e decisero di rendere il loro meglio in occasione dell’addio di Hart alla federazione. Decisero di terminare l’incontro con una squalifica dopo diciassette minuti, dopo una rissa, e che ce ne fosse un’altra prima che la campana suonasse per dare il via al match. Mentre stavano preparando i loro spots insieme, Pat Patteron entrò nello spogliatoio. Patterson pensò di rendere il momento più alto del match con un falso finale. Ci sarebbe stato un arbitro al tappeto, colpito dalla furia dei contendenti, Michales avrebbe posto Hart nello sharpshooter e Hart avrebbe riversato la presa. Hebner avrebbe dovuto essere ancora la tappeto , in modo da non vedere che Michales stava cedendo al dolore, Hart avrebbe lasciato la presa, e nel frattempo Hebner si sarebbe alzato. Michaels lo avrebbe allora colpito con la sua Sweet Chin Music. Un secondo arbitro, Mike Chioda, sarebbe allora entrato e avrebbe cominciato a contare. A quel punto Owen Hart e Smith, e forse anche Neidhart sarebbero dovuti correre al ring, e Owen avrebbe dovuto tirar via Chioda dal ring al conto di due e colpirlo fuori dal ring. Nel momento in cui i due avessero pensato di aver salvato Hart, Michales lo avrebbe coperto e Hebner, risvegliatosi, avrebbe ricominciato a contare, ma Bret si sarebbe alzato al due. A quel punto ci sarebbero stati altri cinque minuti di match e molti altri tentativi di pin, prima della fine a causa di una squalifica. Prima dello show, Vader, con la sua lunga esperienza giapponese e Smith dissero ad Hart di stare attento. Lo avvisarono di abbassare la testa e di non permettere a nessuno di metterlo in una situazione compromettente. Gli dissero di non alzare mai la spalla al conto di due ma ad uno e di non permettere a Michales di metterlo in una submission hold. Hart riconobbe che c’era la possibilità che avvenisse qualcosa di sgradevole, e che c’era la possibilità che Michaels cercasse di metterlo realmente al tappeto con un pugno violento mentre lui era scoperto. Tenne in conto l’idea che essere messo sotto un conteggio di due o in una mossa per cedere come spot nel ring poteva essere per lui pericolosa, ma probabilmente , secondo lui, difficilmente sarebbe successo qualcosa di questo tipo. Alla fine disse che tutto ciò era al di fuori dai suoi pensieri, visto che l’arbitro della contesa sarebbe stato Earl Hebner.

L'Incontro

Le persone del backstage erano interessate all’incontro almeno quanto gli spettatori. Bret avrebbe fatto il job? O lo avrebbe fatto Shawn? Il Molson Center era strapieno con più di 20000 tifosi, che fino a quel momento avevano assistito ad un PPV non del tutto spettacolare. Sembrava che delle persone presenti almeno il 10% come minimo, probabilmente il 20%, sapessero che Bret aveva firmato con la WCW e che aveva ancora pochi giorni di contratto con la federazione di Stamford, e infatti c’erano anche alcuni cartelli poco positivi a riguardo della decisione di Bret. Si capiva che c’era qualcosa di strano, e non solo il fatto che Vince McMahon non era presente al tavolo dei commentatori come negli altri PPV. Quando il nome di Bret era stato annunciato precedentemente nel corso del PPV c’erano stati un bel po’ di boos, e questo era un problema. A risolverlo ci pensò Shawn Michaels, che nella sua entrata strappa la bandiera canadese a un bambino, se la infila tra i pantaloni, esegue con questa gesti un po’ scandalosi che potete immaginare e permette a Bret di essere ristabilito immediatamente come babyface. I due iniziano l’incontro in stile brawl fuori dal ring, mentre la folla era in totale fermento e sembrava che da un momento all’altro avrebbe potuto attaccare HBK. A un certo momento i due si ritrovano vicino all’entrata, e come previsto colpiscono arbitri e funzionari della WWF. Hart e McMahon hanno una discussione, e sembra che si mettano d’accordo per uno spot successivo da improvvisare al momento. Tutto sembrava comunque condotto in maniera davvero professionale sia da Bret che da Shawn, e quindi gli unici interrogativi sembravano rimanere su come il match sarebbe effettivamente stato e su come sarebbe finito. Soltanto una cosa appariva totalmente strana: perché c’erano tutti quelli agenti e funzionari fuori dal ring e perché Vince era arrivato sulla scena agitandosi in maniera più che insolita? Circa otto minuti prima della fine premeditata del match, Bruce Pritchard nella posizione di “gorilla” urla verso il backstage richiedendo un massiccio intervento della sicurezza, perché a bordo ring ce n’è troppo poca. Ma perché? La fine doveva essere per DQ e mancava ancora un po’… forse qui qualcuno già capi’ che qualcosa di strano stava per accadere.

Il Doppio Gioco di Vince

Hart sale sulla corda per eseguire un double sledge su HBK. Michaels mette Hebner davanti a lui e Bret gli finisce addosso in modo che Hebner resti KO, come preparato. Michaels per una manciata di secondi guarda McMahon, e poi mette Hart nello Sharpshooter. Tutto come era stato progettato. La successiva manciata di secondi sono storia del wrestling. Chioda è avvertito dal backstage di urlare a Hebner di alzarsi. Da bordo ring Chioda avverte Hebner che si deve riprendere. Hebner, sentendo il tutto, si alza subito. Chioda urla che non doveva accadere, e chiede spiegazioni ai dirigenti. Neanche loro sanno niente. Owen Hart e Bulldog, guardando i monitors, non capiscono cosa accade. Lo stesso Pritchard a bordo ring è sorpresissimo della cosa e sudando chiama vicino a sé la sicurezza. Bret, nella presa di Michaels, non ha ancora capito che tutto sta andando storto e quindi rimane nello Sharpshooter per qualche secondo come progettato in modo da far salire l’heat prima di eseguire la reverse progettata. Hebner, rialzatosi, guarda il timekeeper e urla “suona la campana!”. McMahon, seduto accanto allo stesso timekeeper, gli dà una botta col gomito e gli urla “suona quel ca**o di campana!”. La campana suona allo stesso momento nel quale Bret esegue la reverse su HBK e Shawn finisce con la faccia sul tappeto. La Sweet Chin Music di HBK risuona subito in tutta l’arena e Shawn viene annunciato immediatamente come vincitore per sottomissione e come nuovo WWF World Champion. Hebner appena fatto ciò scappa via dal ring e va via verso lo spogliatoio, ma se ne va subito fuori dall’arena dove c’è una macchina pronta ad aspettarlo con il motore già acceso. Hebner sale sulla macchina e va via verso l’hotel dove gli è stata prenotata una camera, in attesa poi di lasciare la città in quanto non c’era bisogno che fosse presente alle registrazioni di Raw del giorno dopo. Michaels e Hart si ritrovano faccia a faccia sul tappeto guardandosi tutti e due straniti, mentre le telecamere lasciano subito il volto di Bret per inquadrare quello di Michaels. Vince urla a HBK di prendere la cintura e di abbandonare il ring alla svelta. Michaels, ancora totalmente stranito, viene avvicinato da Brisco che gli ordina di alzare in alto la cintura facendola vedere per bene. Nel frattempo lo show è già finito per quanto riguarda la trasmissione televisiva, con JR e The King che hanno salutato in maniera piuttosto brusca.

Il Seguito

Gli impiegati della WWF lasciano il ring e lo stesso fa McMahon che si va a chiudere nell’ufficio insieme a Pat Patterson e ad altri suoi uomini di fiducia chiudendo la porta a chiave. Hart lasciato solo nel ring comincia a capire che cosa è accaduto e prende immediatamente a sfasciare tutto quello che trova compresi televisori e microfoni, ma viene subito raggiunto sul quadrato da Owen Hart, British Bulldog e Jim Neidhart che cercano di calmarlo. I quattro hanno una animata discussione all’interno del ring mentre si guardano tutti frastornati dall’accaduto.
Dopo un pò Hart ringrazia i suoi fans che però per la maggior parte se ne erano andati tristi e scontenti. Ha detto “vi voglio bene” e con le dita ha indicato il simbolo della WCW, cosa che ha avuto grande successo; poi se ne è tornato nello spogliatoio. Ha affrontato prima Michaels che ha giurato di non avere niente a che fare con la situazione. HBK naturalmente aveva paura che Hart lo avrebbe preso a pugni e gli disse che si stava scaldando per un nonnulla, che se tutto era accaduto non era certo colpa sua e che anche lui era stranito a proposito del finale. HBK disse che non avrebbe voluto vincere la cintura in quel modo, che era disgustato da quello che era accaduto e per dimostrarlo avrebbe rifiutato di portare in mostra la cintura o di dire qualcosa di brutto su Hart a Raw la sera successiva. Hart disse che Michaels poteva dimostrare di essere esente da tutto facendo quello che aveva promesso la sera successiva a Raw. I due si lasciano, mentre nello spogliatoio l’aria che tira è pessima. In molti si chiedevano chi mai avrebbe più potuto fidarsi di Vince se lui stesso aveva trattato a calci nel sedere colui che aveva rappresentato per anni e anni in maniera egregia la sua compagnia.
Undertaker era furioso, e sbatteva i pugni contro la porta di Vince chiusa a chiave. Quando usci’ per parlargli, Taker gli disse in termini chiari che doveva scusarsi con Hart. Vince andò nello spogliatoio di Hart ed entrò nel momento in cui Hart stava uscendo dalla doccia. Smith (British Bulldog) apri’ la porta e Hart disse che non voleva vederlo. Vince e suo figlio Shane entrarono con Sergeant Slaughter e Brisco a forza. Vince iniziò a scusarsi dicendo che lo aveva dovuto fare perché non poteva permettersi la possibilità che Hart andasse alla WCW senza restituire la cintura e inoltre non poteva permettere che Bischoff andasse in televisione la sera successiva per annunciare che Hart stava arrivando mentre lui era ancora il suo campione nella WWF, dicendo che una cosa del genere avrebbe rovinato il suo business. Hart ribattè che per lui non era un problema perdere la cintura e disse a McMahon che ora si sarebbe asciugato e avrebbe preso i suoi vestiti, poi gli avrebbe detto: “Se rimani ancora qui, ti caccio fuori a pugni”. Hart ha dato del bugiardo a McMahon dandogli anche del pezzo di m***a aggiungendo che aveva lavorato per lui per 14 anni mancando solo 2 giorni lavorativi e che era stato un modello per la compagnia e per tutta l’industria, e che tutto questo era stato ricompensato con una bugia del genere. McMahon cercava di dire che in 14 anni questa era la prima volta che gli mentiva, mentre Hart gli aveva detto 15 bugie nell’ultimo anno senza preoccuparsene minimamente. Quelli che stavano nello spogliatoio a guardare erano stupiti da quello che diceva Hart e dal fatto che McMahon non gli offrisse delle scuse sincere. Hart si era vestito e aveva detto due volte a McMahon di andarsene. Hart si alzò in piedi ed iniziò una lotta tra i due come in un vero incontro di wrestling. Hart si liberò e tirò un pugno sulla mascella di Vince che avrebbe steso un rinoceronte. Con un pugno Hart mise KO Vince in 40 secondi. McMahon ruggi’ come se stesse per alzarsi ma le gambe non riuscivano a sorreggerlo. Shane McMahon saltò sulla schiena di Hart e Smith saltò sulla schiena di Shane tirandolo giù. Non rendendosi conto che ci sarebbero stati guai, Smith si era già tolto il tutore del ginocchio e proprio facendo cio’ si infortuno’ nuovamente al ginocchio. Hart si era quasi rotto la mano per il pugno che aveva dato, mentre la mascella di McMahon era probabilmente fratturata. Hart chiese a Vince se gli avrebbe sottratto tutti i soldi che ancora gli doveva e un pensieroso Vince disse “No”. Hart disse a Shane e a Brisco di prendere quel pezzo di m***a e di portarlo fuori da li’. Nel fare questo qualcuno inciampò nella caviglia di Vince infortunando l’owner della fed anche alla caviglia.
Più tardi: Hebner, tornando all’hotel e in risposta a uno dei wrestler, che gli chiese come aveva potuto fare qualcosa del genere a uno dei suoi migliori amici, disse che non sapeva nulla e che ignorava tutte le sfumature dell’accaduto. Disse che era cosi’ stranito dall’accaduto che probabilmente avrebbe lasciato il wrestling. Patterson, Michaels e Pritchard negarono ogni coinvolgimento nella storia. Tutti negarono di essere coinvolti, ma era chiaro che ognuno doveva sapere della storia, da chi muoveva le luci a chi faceva suonare le musiche. Quando Hart ritornò nella sua stanza completamente ristupidito, era furioso con McMahon perché era venuto a sapere che Vince aveva urlato al timekeeper di suonare la campana e che aveva organizzato tutto. Ma quando egli entrò in possesso del nastro con la registrazione della fine dell’incontro, egli potè chiaramente sentire che era la voce di Hebner che urlava “suona la campana” e a quel punto Hart si ritrovò moralmente distrutto. Quella notte le linee telefoniche continuarono a suonare inutilmente per il mondo del wrestling. La gente che era più vicino al business pensava al double-cross, sebbene il grande interrogativo fosse se Michaels, dal momento che aveva alla fine un aspetto cosi’ sconvolto, c’entrasse o meno. Alcuni, più scettici, ricordando Brian Pillman e Kevin Sullivan, pensavano che fosse tutto un work. Virtualmente tutti i wrestlers del backstage pensavano allo screwjob. Altre persone pensavano che fosse il finale più elaborato nella storia del wrestling, perché effettivamente fece parlare molta gente. Ma la mattina seguente la vera storia era diventata ovvia.
 
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